”Georges de La Tour. l’Europa della luce”
Nella città di Milano la cultura non si ferma e così, fra le prime riaperture meneghine, riaprono anche le istituzioni culturali. Palazzo Reale proroga fino al 27.09.2020 la mostra ”George de La Tour. L’Europa della luce” un percorso espositivo ricco e coinvolgente che guida lo spettatore alla scoperta di uno dei più importanti artisti francesi del XVII secolo, riscoperto solo il secolo scorso: ”di lui si era persa ogni possibilità di identificazione, sia dal punto di vista della biografia ma soprattutto da quello delle opere. Il suo recupero è stato uno dei più grandi risultati della storia dell’arte come disciplina di indagine di tutto quanto il 900”, spiega Francesca Cappellini, curatrice della mostra.
La prima rassegna italiana dedicata al grande artista francese non si limita alla sola presentazione del pittore lorenese, ma offre uno squarcio dello scenario artistico e culturale dell’Europa 600esca, ”L’ Europa della luce”, attraverso il confronto con opere di artisti europei a lui contemporanei (Gerri van Honthorst, Paulus Bor, Trophime Bigot, Frans Hals, Adam de Costerche).
Il percorso espositivo
I. Pentimento e redenzione, la Maddalena
Il primo incontro dello spettatore con la pittura di La Tour ha luogo con una delle opere più suggestive della sua produzione e, in un clima intimista ed emozionale, permette di comprendere la straordinaria sensibilità dell’artista nella trattazione di scene notturne rischiarate dal lume artificiale. Il tema della Maddalena, santa convertita, fu molto caro all’Europa della controriforma e, a fianco del capolavoro dell’artista lorenese, sono esposte rappresentazioni pittoriche dello stesso soggetto da parte di altri artisti europei. Si può comprendere l’impostazione espositiva della mostra, volta a promuovere un confronto tra l’opera di de la Tour e quella di artisti europei a lui contemporanei.
Nella prima foto: ”Maddalena Penitente”, George de La Tour, olio su tela del 1635-1640, National gallery of Art Washington DC, USA
Nella seconda foto: ”Vanitas”, Giacomo Massa, olio su tela del 16030-1635, Gallerie Nazionali d’arte Antica di Roma, Roma Italia
II. La serie degli ”Apostoli di Albi” e la rappresentazione dei santi nell’Europa del 600.
La seconda sala propone una delle serie più significative per la riscoperta di George de La Tour, la serie ”degli apostoli di Albi’. A lungo attribuita a Caravaggio, la serie venne realizzata dall’artista francese e portata nella cattedrale di Albi grazie all’intervento del canonico Jean-Baptiste Nualart. Tra gli originali di de La Tour si possono ammirare il San Giacomo Minore, il San Giuda Taddeo e il San Filippo. Ancora una volta, il visitatore ha possibilità di instaurare dei confronti tra le opere di de La Tour e quelle di artisti a lui coevi (Jan van Bijlert e Frans Hals) , raffiguranti gli evangelisti.
Lo stile delle opere riecheggia la rivoluzionaria forza espressiva del Caravaggio, con sublimi note di patetismo che vengono rese ancora più intime da un forte gioco chiaroscurale.
Nessuna traccia documentaria attesta un soggiorno italiano di de La Tour, eppure il forte condizionamento espressivo e stilistico con l’opera del Caravaggio, farebbe pensare a un incontro diretto dell’artista francese con la pittura del Merisi. Nella sua terza sezione, il percorso espositivo offre una presentazione di come l’Europa 600esca abbia risentito dell’insegnamento di Caravaggio, affiancando fra loro opere di artisti che riprendono e sviluppano il caravaggismo. Questa corrente pittorica, avente come epicentro Roma, sopravvive alla morte del suo creatore, tanto che nella città eterna nascono gruppi di artisti nazionali, francesi, tedeschi , fiamminghi che studiano l’opera del Merisi, riprendendola e sviluppandola in nuovi linguaggi espressivi.
In mostra è possibile ammirare la pittura di Carlo Saraceni (in foto) , artista italiano di formazione romana, considerato il massimo promotore del caravaggismo in Francia.
Carlo Saraceni, ”Natività”, olio su rame. Residenzgalerie Salzburg, Austria.
IV. La scena di genere
La quarta sala della mostra intitolata ”gli inganni del realismo” vede esposte una serie di opere di La Tour che riflettono la capacità dell’artista di tradurre in chiave pittorica scene desunte dalla quotidianità. Le scene di genere dell’artista, con una forte eco caravaggesca, danno rilevanza alle categorie sociali più umili, proiettando il fruitore all’interno della scena. La forte carica espressiva, resa tramite il sapiente utilizzo della luce e la forte espressività dei personaggi, garantisce la possibilità di instaurare un profondo e tacito legame con i protagonisti delle opere.
Georges de La tour, ‘I giocatori di dadi”,1615, olio su tela. Preston Park Museum & Grounds Stockton-On-Tees, Inghilterra.
V. ”Una povertà monumentale”.
Proseguendo la visita, vengono proposti dei ritratti a figura intera attribuiti al periodo giovanile di Georges de la Tour. In continuità con la sezione precedente, anche questi dipinti vedono come protagonisti personaggi umili, in una dimensione di profondo realismo.Dei tre dipinti esposti in questa sezione, due di questi, custoditi al museo di San Francisco, propongono sulla scena un uomo e una donna anziana, ritratti in pose profondamente espressive e teatrali.
Georges de La Tour, ”Uomo anziano e donna anziana”, 1618-1619, olio su tela, Fine Arts Museum, San Francisco.
Ad affiancare queste due simpatiche figure, è il dipinto più grande e monumentale mai realizzato da La Tour, ”Il suonatore di Ghironda” che proietta con crudezza e realismo a uno dei tratti più oscuri del reale, della povertà e della miseria, senza mezzi termini. L’artista è capace di conferire al protagonista dignità e rispetto, riprendendo un soggetto ampiamente proposto a livello pittorico, in un linguaggio nuovo e coinvolgente.
VI. Il lume artificiale
Nella sua sesta sezione- ”Dipingere la notte”- il percorso espositivo pone l’accento sul filo rosso che lega l’intera produzione di La Tour e di artisti a lui contemporanei: la sperimentazione luministica resa tramite il lume artificiale, all’interno delle scene in notturno. La dimensione emozionale dei personaggi viene definita attraverso sapienti giochi chiaroscurali originati da una fonte luminosa- una candela, un braciere, una lampada ad olio.. – collocati all’interno della scena.
Georges de La Tour,”Educazione della Vergine”, 1650, olio su tela. The Frick Collection, New York,USA.
VII. Il San Sebastiano
Il percorso espositivo dedica un’intera sezione alla proposizione di uno dei più celebri dipinti mai realizzate da Georges de La Tour, il San Sebastiano. L’opera, di cui esistono circa 10 versioni, fu un soggetto molto caro a La Tour e fu amato moltissimo da Luigi XIII, tanto da entrare nella collezione reale e da garantire all’artista, nel 1639, il titolo di pittore di corte.
VIII. La maturità
L’ultima sezione permette di conoscere la maturità stilistica di George de La Tour, attraverso una delle sue ultime e celebri manifestazioni artistiche: il San Giovanni. La trattazione pittorica di questa tela testimonia il punto di arrivo della sperimentazione dell’artista francese, una concentrazione dei tratti essenziali proiettati su tela con solenne semplicità .
Georges de La Tour, ”San Giovanni Battista nel deserto”, 1649, olio su tela
Sitografia:
-Video: Artbox un progetto 3D produzioni per Sky arte
-Georgesdelatourmilano.it, il percorso
-Audioguida della mostra Georges de La Tour, l’Europa della luce.